L’Europa ha bisogno di un processo migratorio umano e coordinato, ora!

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Il 2023 è iniziato con il trimestre più letale nel Mediterraneo dal 2019, con 499 persone uccise nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. L’anno scorso 707 persone sono morte nel tentativo di raggiungere le coste della Spagna, più della metà delle quali ha perso la vita durante la rotta verso le Isole Canarie, aggiungendo un tributo alle 26.358 persone scomparse dal 2014 mentre cercavano di raggiungere l’UE.

“I migranti e i rifugiati morti non sono conseguenza di incidenti, sono il risultato della volontà politica”, ha dichiarato Francesca Romana D’Antuono, co-presidente di Volt Europa, in reazione a questi eventi passati.

La migrazione è una questione globale che necessita di soluzioni globali: è responsabilità di tutti gli Stati membri creare un processo sicuro e coordinato, senza pretendere che i Paesi del Mediterraneo si facciano carico di tutta la pressione. Uno sguardo alla situazione di marzo sulle coste di Almeria o Cadice (Spagna), sulle coste di Crotone (Italia) o al confine con Evros (Grecia) ci convince che è una questione di urgenza e di coesione europea.

A livello europeo, Frontex deve essere riformata e tutti gli insegnamenti forniti dal rapporto OLAF 2022 devono essere presi in considerazione. Volt propone che tutti i Paesi dell’UE contribuiscano in modo proporzionale agli obblighi finanziari e di accoglienza, facendo rispettare i diritti e la protezione in materia di asilo. Incoraggiamo gli Stati membri a lavorare a stretto contatto con le ONG invece di combattere le organizzazioni che cercano di aiutare i rifugiati in mare. Le SLAPP (Strategic Lawsuit Against Public Participation) e altre pratiche intimidatorie contro le ONG devono essere vietate da una direttiva dell’UE.

In Italia, il Senato ha approvato ufficialmente la conversione in legge del “decreto ONG“, introducendo nuove regole per il salvataggio dei migranti in mare da parte delle ONG, in base alle quali le navi devono informare i migranti salvati sulla possibilità di richiedere la protezione internazionale e raccogliere i loro dati personali, da mettere a disposizione delle autorità al momento dello sbarco. La legge ha anche introdotto una serie di dure sanzioni per le navi delle ONG che non rispettano le nuove regole.

“Stiamo assistendo allo smantellamento di ogni possibile sistema di gestione dei flussi migratori nel rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani. Criminalizzando le ONG che salvano vite in mare, bloccando l’accesso alle navi e finanziando i lager libici, stiamo normalizzando la morte di migliaia di persone”, ha dichiarato Gianluca Guerra, copresidente di Volt Italia.

Dobbiamo anche porre fine all’indebolimento delle procedure, come la moltiplicazione degli esami accelerati delle domande e la prevista soppressione della collegialità nelle giurisdizioni specializzate in materia di asilo in Francia.

“Il governo francese sta preparando una nuova legge sull’immigrazione che è carente sotto molti punti di vista: non c’è alcuna volontà di solidarietà con gli altri Stati membri che stanno affrontando il peso degli immigrati in arrivo o la previsione di affrontare la migrazione a livello europeo. Continuiamo a rafforzare la narrativa dell’estrema destra e ad agire in modo disumano sugli effetti invece di essere attenti alle cause della migrazione”, ha dichiarato Sven Franck, co-presidente di Volt Francia.

La Commissione europea ha recentemente emesso lettere di infrazione contro la Grecia per la detenzione arbitraria di richiedenti asilo durante le procedure di screening, definite dalla legge come “restrizione della libertà” all’interno dei Centri di accoglienza e identificazione sulle isole, al confine terrestre e in due località della terraferma. Il Rapporto Aegean Boat ha documentato 25 casi di respingimento che hanno interessato 692 persone solo nel periodo 20-26 febbraio 2023.

“Le operazioni di respingimento e gli attacchi agli attivisti umanitari non devono essere visti come incidenti isolati, ma come una mancanza di azione collettiva a livello europeo. I diritti degli extracomunitari non possono più essere definiti caso per caso”, ha aggiunto Theodora Famprikezi, co-presidente di Volt Grecia.

Volt denuncia il modello di detenzione dei migranti nei territori insulari come meccanismo di deterrenza e di promozione della deportazione. Il sistema di accoglienza, così come è attualmente strutturato, non funziona per gli Stati di frontiera che, in assenza di un sistema di ricollocazione obbligatorio e automatico, si trovano a far fronte da soli alle esigenze dei richiedenti asilo. Ma soprattutto non funziona per i richiedenti stessi, come vediamo in Grecia e in Italia con centri insulari sovraffollati, in cui le condizioni di vita sono inadatte e lo Stato di diritto è difficile da far rispettare.

“In Volt proponiamo una gestione europea veramente unitaria che metta al centro l’essere umano, e per questo ci opponiamo alla proposta della Commissione europea di una “procedura di screening pre-ingresso“, ha dichiarato Rachele Arciulo, co-presidente di Volt Spagna.

Chiediamo a tutti i capi di Stato e ai leader politici europei di intraprendere azioni collettive forti per riformare il loro approccio alla migrazione. Chiediamo un sistema umano e organizzato, in coordinamento con le associazioni dei rifugiati. Non possiamo lasciare che le persone muoiano indifese in mare.

I governi devono agire subito per salvare vite umane e creare rotte migratorie sicure verso l’Europa.

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