Draghi si è dimesso.
Ancora una volta è il Presidente della Repubblica a prendersi la responsabilità che la politica ha perso per interessi di partito.
Stiamo assistendo ad una crisi che è la cartina tornasole dello stato di salute della nostra democrazia: una politica schizofrenica, incoerente, debole e senza una visione per il futuro del Paese. Che cerca e crea continuamente un casus belli per un’intervista in più e un mal di pancia della base in meno.
I cittadini non hanno ormai più alcuna fiducia nelle istituzioni e viene difficile dare loro torto: all’applicazione dell’agenda di governo si è preferita una lunga sequela di minacce da parte di tutte le forze politiche o quasi che hanno trovato in Conte, e in ciò che resta del M5S, gli utili idioti che mostrassero che il re è nudo.
Di fronte ad ogni sfida, abbiamo visto il fallimento dei partiti. Dal PNRR, al rilancio dell’occupazione, ad una risposta alla crisi economica ed energetica globale, ancora una volta si è preferito ribaltare il tavolo inseguendo i consensi.
È evidente che le elezioni che auspicano molte forze politiche non siano un’opzione percorribile: non sono ancora pronti i regolamenti parlamentari che garantirebbero il funzionamento delle istituzioni democratiche.
Inoltre, andare a elezioni subito vorrebbe dire perdere mesi preziosi per realizzare le riforme necessarie a intervenire sulle nostre debolezze strutturali e quindi dovremmo dire addio ai fondi del PNRR.
Questa non è la politica che vogliamo per il nostro paese. Per noi la politica è coraggio, generosità e responsabilità. Per noi la politica è servizio e rispetto delle istituzioni e dei cittadini. Per noi fare politica vuol dire agire mossi da una visione chiara del Paese in cui vogliamo vivere.
La visione di Volt Italia è limpida: la nostra Italia è europea, progressista, innovativa, inclusiva, ecologista. Salario minimo, riforma della cittadinanza, legge contro l’omobitransfobia e l’abilismo, eutanasia e cannabis legali, congedo di paternità, rilancio infrastrutturale del meridione, riconversione industriale verde, investimenti in istruzione, ricerca e digitalizzazione sono le priorità che porteremmo sul tavolo noi se domani fossimo al governo.
Questo è il nostro progetto, dentro e fuori le istituzioni. Questa è la politica che vogliamo per l’Italia e per l’Europa
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