A cura di Eliana Canavesio
Il governo Meloni supporta le famiglie? Solo di facciata.
Il testo di legge di bilancio presentato in Parlamento dedica un’intera sezione a “Famiglia, pari opportunità e politiche di intervento in materia sociale”, che presenta tre principali iniziative
- una manovra di decontribuzione delle madri con tre o più figli (per quelle con due o più figli sarà limitata all’anno 2024);
- incremento del congedo parentale;
- incentivi per l’asilo nido;
Sulla carta: un successo per tutti! Ma leggendo meglio:
- Le risorse stanziate sono scarse: 1,7 miliardi nel 2024, 1 miliardo nel 2025 e 1,2 miliardi nel 2026 (fonte: Osservatorio Conti Pubblici Italiani)
- Mancano interventi strutturali: ogni proposta deve essere disegnata in modo efficace e con un obiettivo concreto e misurabile, non basta una spennellata di “family-friendly”!
Guardiamo in maggior dettaglio la proposta sul congedo parentale.
Come funziona a oggi:
- Congedo di maternità: 5 mesi obbligatorio (retribuito all’80%);
- Congedo di paternità: 10 giorni obbligatori (retribuito al 100%)
- Congedo parentale: 9 mesi retribuiti al 30% + 1 mese retribuito all’80%, fruibili indifferentemente da madri o padriCongedo di paternità: 10 giorni obbligatori (retribuito al 100%);
La proposta contenuta nella legge di bilancio 2024 è volta ad aumentare al 60% uno dei 9 mesi del congedo parentale retribuiti al 30% – ed eccezionalmente per il 2024, portare quel 60% all’80%.
Il congedo parentale diventerebbe quindi:
8 mesi retribuiti al 30% + 1 mese retribuito al 60% (80% per il 2024) + 1 mese retribuito all’80%.
Un sollievo economico per le famiglie decisamente limitato e di brevissimo periodo: considerando uno stipendio netto mensile di 1600 euro, il guadagno sarebbe di 800 euro (su tutto il congedo parentale!).
Una mancetta elettorale che non offre supporto sostenibili per le famiglie e con effetti ulteriormente distorsivi sul mercato del lavoro per le donne.
Infatti, nonostante il congedo parentale (facoltativo) possa essere ripartito liberamente tra padri e madri, i dati ci mostrano che in Italia la maggioranza delle persone che usufruiscono del congedo parentale è donna.
Un sollievo economico per le famiglie decisamente limitato e di brevissimo periodo: considerando uno stipendio netto mensile di 1600 euro, il guadagno sarebbe di 800 euro (su tutto il congedo parentale!).
Una mancetta elettorale che non offre supporto sostenibili per le famiglie e con effetti ulteriormente distorsivi sul mercato del lavoro per le donne.
Infatti, nonostante il congedo parentale (facoltativo) possa essere ripartito liberamente tra padri e madri, i dati ci mostrano che in Italia la maggioranza delle persone che usufruiscono del congedo parentale è donna.

Non è una novità. È un persistente circolo vizioso in cui compiti di cura nelle famiglie continuano a gravare sulle donne. Oltre alla persistenza culturale, le donne, in quanto “lavoratore debole” della coppia (minor stipendio, minori possibilità di carriera), sono più disponibili a rinunciare a una parte del proprio reddito (ricordiamo il 30% per 8 mesi anche nella nuova formulazione della legge), in quanto meno impattante sul bilancio, e quindi il benessere, familiare.
Le donne, e in maggior misura quando diventano madri, rimangono quindi ancora ai margini del mercato del lavoro: o fuori o con stipendi più bassi dei loro colleghi uomini.
Che cosa potrebbe fare un governo che ha davvero a cuore le famiglie?
- Retribuzione al 100% per il periodo di congedo di maternità obbligatorio;
- Aumentare il congedo di paternità fino a 16 settimane (così come già accade in Spagna)
Chiediamo proposte concrete strutturali davvero a misura di famiglie e di nuove generazioni, non solo parole al vento!