Volt è un movimento progressista, ambientalista e pan-europeo, nato nel 2017. Siamo in forte crescita in 30 Paesi europei, e siamo riusciti ad eleggere i nostri rappresentanti al Parlamento Europeo, nei Parlamenti nazionali bulgaro e dei Paesi Bassi, e in 58 assemblee regionali e comunali, anche in Italia.
Crediamo fortemente che un’Italia diversa da quella rappresentata dalla politica attuale esista: un’Italia europea, progressista, innovativa, inclusiva, ecologista. Con il tuo voto possiamo entrare nel Parlamento italiano e portare avanti le nostre battaglie, per le Italiane e gli Italiani all’estero e per chi è rimasto In Italia.
Per cosa ci battiamo: le nostre proposte
- Il benessere secondo Volt è a 360 gradi e deve abbracciare anche la sfera psicologica.
- Per la tutela del benessere per le italiane e gli italiani residenti all’estero, Volt propone di dare la possibilità per chi ha l’iscrizione all’AIRE di usufruire di un budget per le cure psicologiche di base in lingua italiana, in forma di consulto online o, ove possibile, con professionisti residenti all’estero.
- Il settore trasporti è responsabile di quasi 1/4 delle emissioni di gas serra in Europa. È necessario agire per raggiungere la carbon neutrality entro il 2050 e rendere il settore dei trasporti sostenibile.
- Il trasporto ferroviario ha minor impatto ambientale rispetto al trasporto aereo e su strada, quindi spostare il traffico sulle linee ferroviarie è una delle misure chiave da mettere in atto in risposta alla crisi climatica.
- Volt vuole creare una rete di trasporto ferroviario unificata in EU, che permetta una mobilità sostenibile. `
- Rendere operativo il principio della produzione di energia da fonti rinnovabili (FER) come attività di interesse pubblico prevalente, sempre riducendo al minimo i potenziali rischi per l’ambiente, introducendo la designazione di “aree particolarmente adatte (go to areas)”, per snellire la burocrazia e abbreviare le procedure di autorizzazione per l’installazione degli impianti sul territorio, la cui lentezza rappresenta oggi un ostacolo importante alla diffusione dell’energia eolica e solare. Questo ben prima che “a chiedercelo sia l’Europa”, tramite l’attuazione del pacchetto REPowerEU e in particolare la modifica della Direttiva sulle FER, perché per la transizione ecologica, che è in primis una transizione energetica, non c’è più tempo. Serve una decisa scelta di campo.
- Armonizzazione e aggiornamento tra tutti i paesi UE delle regole per il lavoro a distanza / smart working effettuato all’estero.
- Equiparazione del lavoro a distanza nello Stato di residenza e in altri Stati UE, per favorire chi, come tanti Italiani e Italiane all’estero, vuole lavorare per alcune settimane o mesi vicini ai propri cari, residenti in Italia (o in un altro Stato diverso da quello in cui si risiede normalmente).
- Chi lavora deve percepire un salario dignitoso. Il mondo del lavoro – in costante e rapido sviluppo – necessita di assicurazioni perché questo accada.
- Nonostante in Italia esistano gli standard garantiti dalla contrattazione collettiva, ancora il 15% non è coperto da essi e le aziende lamentano che le cifre irrisorie dei contratti vengano addirittura superate da sussidi come il Reddito di Cittadinanza.
- Volt crede nel diritto ad un lavoro dignitoso e che permetta l’autorealizzazione, mettendo al centro la persona lavoratrice.
- I titoli accademici di studio stranieri non hanno valore legale in Italia, è dunque necessario richiederne il riconoscimento per utilizzarli.
- Volt propone di semplificare la procedura di riconoscimento unificando l’iter accademico e legale.
- Un percorso di riconoscimento più semplice favorisce il rientro di lavoratrici e lavoratori italiani formatisi all’estero e attrae cittadini europei con elevate competenze.
- L’attuale modello predominante di “guerra alla droga”, soprattutto alla cannabis, non ha funzionato e non funzionerà. Gli esempi di depenalizzazione in altri Paesi europei, come il Portogallo, hanno invece mostrato efficacia.
- Con le campagne Referendum Cannabis Legale e le numerose associazioni a supporto come Associazione Luca Coscioni e Meglio Legale, Volt supporta queste iniziative da tempo. è ora di farle approdare finalmente in Parlamento.
- Volt sostiene il diritto di ogni persona a terminare la propria vita qualora la malattia non curabile causi sofferenze refrattarie alle terapie e leda la dignità della persona.
- L’anno scorso 1,2 milioni di persone hanno firmato per un referendum che potesse rendere legale il ricorso all’eutanasia. Dopo che la Corte Costituzionale ha respinto il quesito tocca al Parlamento di assumersi la responsabilità di trasformare questa necessità in soluzione legislativa.
- Volt si basa sui principi di uguali opportunità e di rispetto dei diritti umani. Nessuno dei due è pienamente rispettato quando si parla di discriminazioni verso la comunità LGBTQIA+
- L’approvazione del cosiddetto DDL Zan sarebbe stato un primo passo nella direzione di riconoscimento e tutela delle persone che subiscono violenze e discriminazioni legate al sesso, al genere, all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alla disabilità, introducendo i centri antidiscriminazione e le case rifugio per prestare assistenza e una giornata nelle scuole per sensibilizzare al tema
- Noi vogliamo puntare più in alto: maggiore attenzione verso la comunità asessuale, aromantica e non binary, non ci piace la clausola “salva idee” così come l’esclusione del reato di propaganda. Avremmo voluto più incisività sul ruolo della scuola e dell’educazione alle differenze, alla sessualità e affettività.
- Nel nostro Paese un padre ha diritto al congedo di paternità paritetico a quello della madre (5 mesi retribuiti all’80%) solo in caso di decesso della madre ovvero se l’affidamento esclusivo del figlio fosse, per vari motivi, del padre.
Altrimenti è limitato a 10 giorni retribuiti al 100%. Insufficienti se guardiamo a qualsiasi altro Paese europeo - Volt propone l’introduzione di un congedo di paternità obbligatorio di 5 settimane e la creazione di un tesoretto di congedo di genitorialità di 150 giorni, pagato dallo Stato all’80% della retribuzione.