Meno asfalto, più ferro.
Meno traffico privato, più trasporto pubblico.
Per una vera transizione ecologica, la politica deve avere il coraggio di fare scelte di rottura col passato, in ogni settore.
Nel campo dei trasporti, uno degli obiettivi primari delle nostre città per giungere a questa transizione dovrebbe essere quello di ridurre il più possibile il numero di spostamenti in auto privata dei cittadini, e su camion delle merci.
Questa necessità però si scontra con le scelte politiche portate avanti dalle amministrazioni locali e nazionali.
Soltanto nella Città Metropolitana di Bologna si prevede di spendere nei prossimi anni 3 miliardi di euro per allargare le autostrade che arrivano in città: costruzione della terza corsia sulla A13, quarta corsia sulla A14, e allargamento di 4 corsie totali del Passante autostradale su Bologna. Una scelta politica dettata dalla volontà di voler ridurre il traffico dando più spazio alle automobili.
Questa scelta sarà però inefficace, anacronistica e dannosa per la nostra Società. Oltre ai più volte citati effetti distruttivi sul nostro territorio, dati dalle impermeabilizzazioni e dall’abbattimento del verde esistente, questa soluzione non è minimamente funzionale alla diminuzione del traffico.
Se l’istinto ci suggerisce che gli allargamenti autostradali siano funzionali ad uno snellimento del traffico e delle congestioni, portando quindi ad un flusso veicolare più veloce e meno inquinante, quello che accade nella realtà è un aumento delle emissioni complessive per effetto del traffico indotto.
Costruire nuove arterie autostradali o allargare quelle esistenti produce traffico addizionale per diversi motivi. Il primo tra tutti è che mediante la nuova infrastruttura diventano più convenienti e veloci gli spostamenti in auto privata rispetto prima, rendendo l’auto preferibile al trasporto pubblico.
In secondo luogo, la nuova infrastruttura fa deviare gli automobilisti rispetto al percorso abituale, spesso più corto ma meno veloce, per utilizzare quello nuovo per risparmiare tempo.
Questo comporta un aumento graduale nel numero assoluto di autoveicoli che percorreranno le autostrade allargate, portando gradualmente ad un aumento di traffico, fino a quando il tempo di percorrenza sull’infrastruttura non tornerà in equilibrio con quello delle strade alternative e coi tempi di percorrenza dei mezzi pubblici.
Risulta quindi evidente che in poco tempo, soprattutto se comparato col tempo di costruzione degli allargamenti, i vantaggi in termini di fluidità del traffico verranno meno, e si saranno incentivati gli spostamenti privati a discapito di quelli pubblici, con aumento generale del consumo energetico e della produzione di polveri sottili.
Le soluzioni da applicare con coraggio e forza per diminuire i consumi energetici in campo trasportistico invece devono essere totalmente diverse.
In primis, nel campo degli spostamenti di persone, gli investimenti strutturali devono riguardare il trasporto pubblico. Dall’aumento di offerta e di qualità sulle linee ferroviarie regionali e interregionali, all’aumento di offerta per il Trasporto Pubblico Locale. Un trasporto pubblico perché sia efficiente ed attrattivo ed essere scelto come alternativa all’auto deve essere di qualità: cadenzato, puntuale, affidabile, confortevole e sicuro.
I cittadini sceglieranno l’auto se il trasporto pubblico non ha un’alta frequenza, se spesso viene cancellato, se a bordo non vi è spazio o se poco confortevole. E per avere un servizio di qualità l’unica soluzione è un investimento ingente nel trasporto pubblico.
In secondo luogo la riduzione della domanda si ottiene andando a limitare la libertà e velocità di spostamento in auto, mediante pedonalizzazioni, aumento delle tariffe per la sosta, creazione di preferenziali per il trasporto pubblico, zone ciclabili ecc. In questo modo l’aumento del costo, in termini monetari e di tempo, degli spostamenti in automobile si tradurrà in una diminuzione dello stesso costo per gli spostamenti più sostenibili.
Queste misure sono indispensabili alla diminuzione di quegli spostamenti privati che potrebbero essere fatti utilizzando un metodo di trasporto pubblico o sostenibile, ma che per svariate ragioni, avvengono oggi utilizzando il mezzo privato a motore.
Molti spostamenti tuttavia saranno sempre vincolati all’uso dell’auto privata: non possiamo chiedere all’idraulico di raggiungere i clienti col TRAM, all’antennista di usare la bicicletta o alla rappresentante di muoversi di azienda in azienda in treno. Proprio per tutelare anche queste persone, e permettere loro di muoversi in un traffico scorrevole, dobbiamo incentivare quanto più possibile l’uso del mezzo pubblico o sostenibile per tutti coloro che possono utilizzarlo per i loro scopi.
Un argomento a parte riguarda il traffico privato per il trasporto merci, che sarà oggetto di un futuro articolo.
#VoltidiVolt