Dopo sei mesi di ostruzionismo, silenzi, stratagemmi, dichiarazioni al limite della falsità e dell’indecenza, il #DDLZan viene calendarizzato al Senato.
Nei prossimi giorni, milioni di persone attenderanno l’esito di questa discussione parlamentare, consapevoli che forze politiche esterne e interne proveranno in ogni modo a snaturare il testo della legge su #omobitransfobia, #misoginia e #abilismo, se non addirittura a bloccarlo.
Diversi partiti, Lega, Italia Viva e Azione, e la #CEI, continuano a chiedere un dialogo aperto e senza pregiudizi, per la tutela della libertà. Un principio costituzionale ribadito dall’art. 4 dello stesso DDL, che verrà garantito al Senato così come è avvenuto alla Camera. È fondamentale difendere con coerenza le fondamenta della nostra democrazia.
Tuttavia, la richiesta di dialogo rischia di essere un modo per dare credito a fake news, che provano a distogliere la discussione dall’obiettivo della legge, e per legittimare propagande che non fanno altro che alimentare la disinformazione diffusa e i sentimenti antagonistici tra laici e credenti, comunità LGBTIAQ+ e il resto della popolazione (di cui la prima è parte integrante).
Questa legge non è divisiva, salvo che non si ritenga che la libertà possa alimentare odio sociale, né tanto meno è una legge superflua, come, invece, sostiene chi parla ancora di “leggi speciali”. Questa legge non è liberticida, a meno che la libertà non sia per pochi e a senso unico, continuando a imporre i propri “unici” e “veri” modelli di vita ad altre persone che vivono in uno Stato laico.
Questa legge non crea nessun “noi” contro “loro”, né costituisce uno strumento di vittimismo che non abbia a che fare con la tutela delle persone e con le innumerevoli violenze fisiche, psicologiche e verbali che queste subiscono.
Si auspica, contrariamente a quanto dimostrato negli ultimi mesi, che in qualità di Presidente della Commissione Giustizia, Ostellari, autonominatosi relatore per la discussione in Senato, rispetti il ruolo che ricopre nelle Istituzioni e non si faccia necessariamente portavoce e simbolo della disinformazione e degli interessi del suo partito di appartenenza. Su questi temi non ci si può tirare indietro né si possono tollerare disonestà e giochi politici.
Approviamo questa legge, senza fare un passo indietro!
Se davvero si crede che siamo tutti, tutte e tuttə uguali, discriminare e istigare alla violenza non è libertà d’opinione.
#FuturoMadeInEurope
#PerUnEuropaDeiDiritti
Fonti